1. Realizzare la “Democrazia Partecipata -> Civicrazia”, attraverso il contributo attivo dei Cittadini singoli od organizzati, con formule che ne prevedano il formale ed istituzionale potere di concertazione, nel rispetto delle leggi dello Stato attualmente in vigore e degli istituti di partecipazione popolare (L.42/1990, L.229/2000, L.328/2000, Art.118 della Costituzione della Repubblica Italiana).
2. “Preselezionare gli amministratori pubblici in base a competenza, esperienza e professionalità in specifiche attività che possano essere concretamente riconducibili alle qualità ed alle competenze che un pubblico amministratore deve possedere.
3. Vivere concretamente, momenti formativi sul disagio sociale, sia in “Incontri” con i Cittadini utenti, che attraverso periodi di “Tirocinio” presso centri di assistenza, cura e riabilitazione, al fine di meglio comprendere i bisogni delle persone svantaggiate e predisporre con maggiore competenza l’organizzazione dei servizi.
4. Realizzare un “Osservatorio Permanente” sul Disagio Sociale e la Sicurezza, integrando le competenze degli Uffici Pubblici e delle Forze dell’Ordine, con quelle delle Organizzazioni di Volontariato e di Tutela dei Diritti dei Cittadini.
5. Realizzare una reale rete integrata dei “Servizi Socio Sanitari”, attraverso la costituzione di “Team Territoriali di prevenzione e presa in carico delle persone fragili”, prevedendo l’azione sinergica dei vari Servizi Socio sanitari pubblici e del privato sociale coinvolti, garantendo sistematici momenti di incontro tra tutti gli operatori impegnati per la definizione di casi e procedure.
6. Realizzare un vero e proprio “Piano Regolatore Sociale”, con politiche di prevenzione primaria degli stati di disagio sociale, attraverso programmi integrati di politiche sociali finalizzate al sostegno della famiglia, della piena occupazione, all’offerta di strutture socializzanti, all’accesso alla formazione ed alla cultura, alla cura di un ambiente ecologicamente sano, concordate tra tutte le varie Istituzioni.
7. Programmare un “Confronto Sistematico” ed un’azione sinergica finalizzata all’eliminazione delle cause di emarginazione ed esclusione sociale, di malattia e di dipendenza.
8. “Elevare la qualità dei Servizi” resi, sia dalle Istituzioni, che dal Privato Sociale attraverso forme di monitoraggio e valutazione effettuate con il contributo e la partecipazione diretta dei Cittadini (collaudo civico dei Servizi).
9. “Procedere al superamento degli interventi in emergenza” attraverso adeguate politiche di prevenzione che riducano gli stati di disagio sociale e la loro cronicizzazione, partendo da un’attenta analisi del bisogno e fissando obiettivi a breve, medio e lungo termine che motivino e responsabilizzino dirigenti ed operatori.
10. Assumere quale prassi corrente la “Presa in carico della persona e dei gruppi fragili ed a rischio di emarginazione ed esclusione sociale”, attraverso l’affidamento ad un “Tutor Personale”, sino alla completa risoluzione dei problemi che hanno determinato lo stato di disagio, dando pieno sviluppo, per la Sanità, all’assistenza territoriale e domiciliare.
11. Trasformare Servizi, Uffici pubblici e del Privato Sociale da luoghi riservati ad esclusivo uso degli addetti ai lavori a “Strutture aperte ai Cittadini ed alla partecipazione di volontari per il miglioramento dei Servizi”, a cominciare dall’inserimento di rappresentanti delle associazioni di volontariato negli Uffici di Programmazione Sanitaria e Sociale.
12. Destinare gran parte della quota finalizzata alle politiche sociali ai “Programmi dei Piani di Zona”.